La telemedicina nel nuovo distretto sanitario

21 Febbraio 2023

Grazie alle misure avviate dal PNRR, la sanità pubblica sta per affrontare una profonda riorganizzazione su base territoriale, delineata dal Decreto Ministeriale 71/2022 sui “Modelli e standard per lo sviluppo dell'Assistenza territoriale nel Sistema Sanitario Nazionale”. La riforma ridisegna la rete di assistenza sanitaria territoriale, definendo una serie di standard che dovranno essere rispettati in ciascuna Regione, sotto la vigilanza dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali).

I princìpi ispiratori sono quelli della medicina di popolazione e della sanità di iniziativa, che prevedono di stratificare la comunità in base alle intensità di bisogno sanitario, per pianificare interventi di prevenzione, diagnosi e cura rivolti ai cittadini sotto forma di Progetti di Salute personalizzati. Questi associano ciascun utente al suo profilo di rischio e permettono di programmare, gestire e verificare le fasi del percorso assistenziale e gli atti sanitari.

Lo scopo è migliorare l’accesso al SSN e la presa in cura della popolazione per individuare precocemente e indirizzare proattivamente i pazienti alle cure più idonee. In quest’ottica, maggior attenzione è data a integrare le componenti sanitarie e sociosanitarie che concorrono alla qualità e all’esito della presa in cura.

Il nuovo Distretto Sanitario

Il decreto prevede una ristrutturazione delle Aziende Sanitarie Locali in Distretti Sanitari, cui spetterà di organizzare e coordinare l’assistenza sanitaria e sociale a livello territoriale. In particolare, i Distretti Sanitari saranno i centri di riferimento per l'accesso a tutti i servizi delle ASL e sarà loro compito integrare le diverse strutture sanitarie per rispondere in modo coordinato e continuo ai bisogni della popolazione. Tra le funzioni del Distretto ci saranno la programmazione dei servizi da garantire, la pianificazione delle innovazioni organizzative e produttive locali, la produzione dei servizi sanitari territoriali e la garanzia dell'accesso ai servizi, nonché la loro qualità.

L’obiettivo di questa riorganizzazione è la creazione di una struttura, il Distretto Sanitario appunto, la cui funzione principale sarà quella di fornire assistenza primaria, garantendo la continuità assistenziale in concerto con tutte le figure sanitarie territoriali. Il nuovo Distretto Sanitario permetterà, inoltre, di implementare una funzione di coordinamento tra i professionisti sanitari, in particolare i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di Libera Scelta e le strutture sanitarie come quelle specialistiche ambulatoriali, ospedaliere ed extraospedaliere.

Il buon esito di questa ristrutturazione sarà la possibilità di erogare un nuovo livello di servizi assistenziali, ovvero prestazioni sanitarie di rilevanza sociale, oltre che sanitaria, grazie all’elevata integrazione e coordinamento tra il Distretto Sanitario e i servizi sociali del territorio.

Per garantire questi obiettivi, il DM 71/2022 individua degli standard organizzativi validi per ogni Distretto Sanitario, che si articolerà in:

  1.  Case della Comunità: le attività caratterizzanti del nuovo Distretto Sanitario avranno luogo
    in queste strutture, atte a fornire servizi di assistenza sanitaria e sociale attraverso ambulatori di Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta. Tutte le aggregazioni di queste figure (AFT - Aggregazioni Funzionali Territoriali e UCCP - Unità Complesse di Cure Primarie) infatti, saranno incluse o funzionalmente collegate alle Case della Comunità per garantire maggiore capillarità dei servizi e maggiore equità di accesso, soprattutto nelle aree interne e rurali. Una Casa della Comunità ogni 50.000 abitanti fungerà da hub di coordinamento per le altre, definite “spoke”;
  2.  Infermieri di Famiglia o Comunità, orientati alla gestione proattiva della salute e dei bisogni assistenziali;
  3. Unità di Continuità Assistenziale: équipe mobile composta da un medico e un infermiere. Tale unità gestirà situazioni clinico-assistenziali particolarmente difficili e complesse;
  4. Centrale Operativa Territoriale: nuovo modello organizzativo che coordinerà la presa in carico della persona, dialogando con la rete dell’emergenza-urgenza, attraverso i professionisti sanitari e gli ospedali;
  5.  Ospedale di Comunità, dedicato a permanenze brevi per prevenire ricoveri impropri in altri ospedali nei casi in cui le condizioni sociosanitarie prevalgano su quelle strettamente cliniche.

 

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